Non si tratta tuttavia di attaccare il Cristianesimo.
Esso non può essere attaccato, è un’espressione, in potenza ma non ancora fattiva, dell’Amore di Dio Immanente nel Creato.
Il clericalismo si è invece esposto da sé agli attacchi e la maggior parte degli uomini che pensano ne sono consapevoli, ma sfortunatamente sono ancora una ristretta minoranza.
Ciononostante questi pochi (quando saranno la maggioranza, e oggi aumentano velocemente) abbatteranno il dominio clericale e diffonderanno il vero insegnamento del Cristo.
Non è possibile che Egli si compiaccia dei grandi templi di pietra eretti dal clero mentre il Suo popolo è lasciato senza guida e all’oscuro delle vicende mondiali; certo sente (con cuore dolorante) che la semplicità che ha insegnato e il chiaro cammino che ha indicato per giungere a Dio sono scomparsi fra le nebbie della teologia (fin dai tempi di San Paolo) e nelle secolari diatribe degli ecclesiastici.
Gli uomini si sono allontanati molto dalla semplicità di pensiero e dalla semplice vita spirituale dei primi Cristiani.
La separatività delle chiese e l’arroganza dei teologi sono per il Cristo cose errate e spiacevoli poiché dividono il Mondo in credenti e miscredenti, in Cristiani e Atei, illuminati e ottenebrati; ciò che è contrario a quanto intendeva quando disse:
“Ho altre pecore, che non sono di quest’ovile”
(Giov., X, 16).
“Ho altre pecore, che non sono di quest’ovile”
(Giov., X, 16).
Non è il male che oggi dilaga nel Mondo ad ostacolare la rivelazione e lo sviluppo della vita spirituale.
Il male è il risultato dell’incomprensione e dell’errato orientamento della mente umana, dell’importanza data alle cose materiali, prodotta da millenni d’attività competitive; è sorretto dal fallimento delle organizzazioni religiose di tutto il Mondo, che non hanno preservato la verità nella sua purezza, né evitato il concetto fanatico che la loro interpretazione sia necessariamente la sola e la giusta.
I teologi si sono battuti (e con sincerità d’intenti) per formulazioni verbali che credevano le sole vere e corrette espressioni dell’idea divina, ma fra le parole persero di vista il Cristo; il clero ha dato prova di abilità nel raccogliere e amministrare fondi per costruire grandi edifici, mentre dovunque molti figli di Dio non avevano di che coprirsi e sfamarsi e così smarrirono la fede nell’Amore Divino.
- Come far fronte all’esigenza dell’Umanità di essere guidata spiritualmente, se i maggiori rappresentanti delle chiese si occupano di questioni temporali, se la cattolica, la greca ortodossa e la protestante insistono su pompose cerimonie, si dedicano ad edificare grandi cattedrali, a fornirle d’arredi e arnesi in oro e argento, di abiti sfarzosi e gioielli e tutti quei beni accessori cari alla mentalità clericale?
- Come salvare i bimbi che muoiono di fame, anche in Europa, se papi e arcivescovi
chiedono denaro per altre chiese e quelle che esistono sono deserte?
- Come potrà illuminarsi
di nuovo la mente dell’uomo se il clero grava sul popolo con la paura, affinché accetti le vecchie
interpretazioni teologiche e i vecchi metodi di avvicinarsi a Dio?
- Come soddisfare le esigenze
spirituali e intellettuali del popolo se nei seminari non s’insegna nulla di nuovo o
d’adatto all’epoca odierna e a guidare l’Umanità si mandano dei giovani esperti solo in dottrine
del passato?
Questi iniziano con grandi speranze e alte visioni gli studi e la preparazione
religiosa al loro ministero; ne escono con poca speranza, poca fede, ma in compenso decisi a
farsi valere per salire in alto fra i gradi della Chiesa.
C’è da chiedersi se il Cristo sarebbe oggi di casa nelle chiese, se tornasse fra gli uomini.
Riti e cerimonie, pompa e costumi, gerarchie di papi, cardinali, arcivescovi, canonici, pastori
e clero ordinario, probabilmente interesserebbero ben poco a quel Figlio di Dio che visse in
semplicità e non aveva dove posare il capo.
In passato, il modo di presentare la Verità ha bloccato
lo sviluppo dello spirito religioso; la teologia ha condotto l’Umanità alle soglie della disperazione;
la crescita del fiore delicato della vita cristica è stato soffocato nelle oscure caverne
del pensiero umano; l’adesione fanatica a certe interpretazioni, frutto di menti umane, ha
sostituito la vita vissuta da cristiani; milioni di libri hanno cancellato le parole viventi del Cristo;
le dissertazioni e le discussioni dei preti hanno estinto la luce accesa dal Buddha, e mentre
gli uomini disputavano sul significato di frasi e parole, l’Amore di Dio rivelato dalla vita
del Cristo è stato dimenticato.
Nel frattempo gli uomini agonizzavano, morivano di fame, soffrivano, invocavano aiuto e
consiglio e, non ricevendoli, smarrivano la fede.
Ovunque oggi gli uomini sono pronti per ricevere Luce; sono in attesa di nuova rivelazione
e di una nuova legge religiosa e l’Umanità ha tanto progredito nell’evoluzione che non
chiede e attende soltanto un miglioramento materiale, ma anche visione spirituale, veri valori
e giusti rapporti umani.
Insieme al cibo, al vestiario che sono loro necessari, chiedono insegnamenti
e aiuto spirituale, e la possibilità di vivere e lavorare in libertà; in vaste regioni del Mondo patiscono la carestia, ma avvertono con uguale sgomento la carestia dell’Anima.
Possiamo ritenere che questo sgomento e questa esigenza spirituale abbiano un posto
predominante nella coscienza del Cristo.
Quando Egli verrà con la Chiesa finora invisibile,
che farà per rispondere al grido di invocazione dell’Umanità e alla più intensa percezione spirituale?
Egli vede l’intero quadro.
Il grido dei Cristiani che invocano aiuto spirituale, il grido
dei Buddisti che chiedono illuminazione, il grido degli Indù che invocano comprensione spirituale,
assieme alle implorazioni di tutti coloro che hanno o non hanno fede, devono ricevere
risposta.
Le richieste dell’Umanità salgono al Cristo e ai Suoi Discepoli, che non hanno pregiudizi
di setta, possiamo esserne certi.
Cap. VI, pagg. da 140 a 143