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Importanza e destino del Cristianesimo


I pensatori d’oggi dovrebbero tenere presente che l’importanza del Cristianesimo sta nella sua funzione di religione di collegamento. 
Ciò è simbolizzato dal fatto che il Maestro dei Maestri si incarnò in Palestina, striscia di terra a metà strada fra l’Asia e l’Europa, che condivide il carattere di entrambe. 

Il Cristianesimo è la religione del periodo di transizione che connette l’Era dell’Esistenza Cosciente di Sé [Era dei Pesci, N.d.S.E.] a quella del Mondo con Coscienza di Gruppo [Era dell'Acquario, N.d.S.E.]. [...] 

Il Cristianesimo è soprattutto una religione di scissione che mostra all’uomo la sua dualità, ponendo così le basi della futura unità. 
È una fase del tutto indispensabile, che ha ben servito il genere umano; lo scopo e l’intento del Cristianesimo sono precisi ed elevati, ed esso ha compiuto la sua opera divina. 
Oggi sta per essere sostituito, ma ancora non è rivelato da quale nuova espressione della Verità. 

La Luce penetra lentamente nella vita dell’uomo, che in quella radiosità formulerà la nuova religione e perverrà ad una nuova enunciazione delle Antiche Verità
Attraverso la lente della mente illuminata fra non molto scorgerà aspetti della Divinità finora sconosciuti. 

È mai balenata in voi l’idea che possano esistere qualità e caratteristiche della natura divina finora latenti nella forma, finora interamente ignote e mai percepite, che ancora non hanno precedenti e per cui non disponiamo né di parole né di un mezzo adeguato ad esprimerle?
Così è infatti. 
Come la frase “coscienza di gruppo” non avrebbe alcun senso per l’uomo primitivo e sarebbe solo una fila di segni alfabetici privi di significato, così esistono qualità e propositi divini (che indugiano appena sotto la superficie del mondo manifesto) tanto lontani dalla coscienza dell’Umanità attuale quanto l’idea di una coscienza collettiva era remota dall’Umanità preistorica

Che questo pensiero vi infonda coraggio.
Il passato è garanzia dell’infinita espansione del futuro. 




Maestro Djwahl Khul
Cap. I, Par. 4, pagg. 28 e 29