Possiamo dunque constatare che, sebbene i Maestri abbiano le loro teste in Cielo, i loro piedi calcano la Terra, vale a dire che non sono vaghi sognatori, ma uomini fondamentalmente pratici.
Non hanno più i vizi e le debolezze del comune mortale, ma hanno sofferto essi stessi per vincere vizi e debolezze sul sentiero che porta all’Adeptato.
Cosi, essi hanno l’attitudine ad una totale comprensione e tolleranza unite ad un’immensa compassione e, cosa importantissima, come affermano essi stessi, un pronunciato senso dell’umorismo. [...]
Uno dei grandi ideali dei Maestri è l’Unità nella Diversità.
[I Maestri non desiderano essere considerati come preti da glorificare.
L'atteggiamento di tendenza al 'clericalismo' deve essere scoraggiato, nonostante sia difficile evitare gli aspetti settari nella vita clericale.
N.d.S.E., in base a quanto scritto nell'opera]
Maestro Rakoczi
Da Through the Eyes of the Masters
di David Anrias (Brian Ross)
Introduzione (di Cyril Scott), pag. 13