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Esiste la sofferenza?


La sofferenza è possibile [...] solo quando l’Anima è identificata col corpo, o meglio, quando il suo aspetto spirituale (nel corpo) è identificato con l’anima animale, che plasma e vitalizza la forma e che temporaneamente costituisce la sua vita. 

In stato di incoscienza, l’anima animale è consapevole del dolore e della sofferenza (e chi assiste e cura lo sa bene), ma non vi è vera sofferenza perché l’uomo reale, l’Anima spirituale, è stata allontanata o dal dolore eccessivo (come nella vera incoscienza) o dalla narcosi. 

Affermare che "l’Anima soffre quando la Personalità va fuori strada" è solo un modo di dire. 
Non c’è vero dolore e, di frequente, neppure consapevolezza di quanto accade, poiché la vibrazione non è abbastanza elevata per raggiungere l’alta dimora dell’Anima. 

Quando però l’Anima ne è conscia, sente, per così dire, di aver perso un’occasione e quindi ha un senso di frustrazione, ma nient’altro, poiché la sua pazienza, come quella della Gerarchia, è illimitata. 

Quando dunque si dice che "l’Anima soffre", voi non dovete interpretare quelle parole in termini ordinari, ma solo in senso simbolico. 
Il dolore del Cristo o del Logos planetario o di Dio stesso non dev’essere inteso alla stregua di una reazione personale. 
Quelle parole significano, in realtà, 'identificazione isolata e distaccata'. Ma riesci a comprendere cosa significa questa espressione, fratello mio? 

La causa del dolore è l’erronea identificazione, che ha vari effetti, come angoscia e patimento. 
La giusta identificazione, invece, conduce alla comprensione intelligente degli atteggiamenti psicologici del sofferente, ma non comporta vero dolore quale normalmente inteso. 


Maestro Djwahl Khul
Cap. IV, pagg. 346 e 347